CHIOGGIA MUSEO GALLEGGIANTE

GONDOLA

Fiumi d’inchiostro sono stati versati per descrivere la storia e le caratteristiche della Gondola, da sempre l’emblema della città di Venezia, la cui forma attuale è il frutto di una plurisecolare evoluzione. Essa rappresenta la massima perfezione tecnica raggiunta, nei secoli, dai Maestri d’Ascia veneziani.

Il termine Gondola viene citato per la prima volta in un decreto del Doge Vitale Falier datato 1094. Non è ancora certa quale sia la vera origine etimologica di tale nome. Alcuni filologi lo fanno risalire al termine greco “Kuntelas” ossia la contrazione gergale derivante dai vocaboli Kontos (breve) ed Helas (naviglio) mentre altri, e questa forse è la versione più attendibile, attribuiscono la sua origine al latino “Cymbula” (barchetta) che, attraverso le secolari corruzioni di pronuncia, si sarebbe trasformato prima in Cumbula, poi in Gundula fino ad arrivare all’attuale Gondola. Si ipotizza che sia la discendente diretta dell’antica “Scaula”, un’imbarcazione molte volte citata negli Atti della Repubblica Serenissima tra il 900 ed il 1300, allora di uso molto comune ed adibita al trasporto di cose o persone.

I primi esemplari di Gondola erano ben diversi dal natante che siamo abituati a vedere oggi giorno navigare per i canali veneziani. Come si può verificare da alcune incisioni quattrocentesche, infatti, la versione primordiale della Gondola era simmetrica, più larga e più corta dell’attuale, con gli slanci di prua e di poppa molto meno accentuati di quelli odierni, e con le estremità ornate non con i consueti ferri, bensì con semplici lame, che poi divennero via via sempre più arcuate e importanti.

La vera evoluzione costruttiva ed estetica di questo straordinario natante ebbe inizio verso la fine del 1400 quando, gli squerarioli veneziani incominciarono a modificarne la struttura per renderla maggiormente adatta alla morfologia del tessuto urbano degli stretti canali veneziani, allungandone lo scafo e restringendo la porzione immersa nell’acqua (mediante il rialzo della poppa e della prua) allo scopo di facilitare la voga e renderla maggiormente agile. Si pensò anche ad aumentare la comodità dei passeggeri, sostituendo la piccola tenda posizionata al centro dell’imbarcazione con il FELZE , una vera e propria cabina chiusa che, nel corso dei secoli, assumerà sempre più le caratteristiche di un vero e proprio sfarzoso salottino che permetteva ai passeggeri, non solo di difendersi dalle intemperie, ma anche di ripararsi da occhi indiscreti.

Col passare dei secoli, la Gondola venne sempre più assunta a simbolo di potenza e di distinzione sociale tra le classi agiate ed il popolo. Proprio allo scopo di dimostrare la propria opulenza, ed affermare il proprio prestigio, le famiglie patrizie veneziane iniziarono a decorare in modo sempre più sfarzoso la propria imbarcazione “de casada”. Iniziarono così a vedersi, sempre con maggior frequenza, Gondole finemente intagliate, decorate e anche dorate, ornate dai più nobili tessuti e tappeti e con ferri grandi e lavorati. Tale fastosa ostentazione di opulenza, non era certo ben vista dallo Stato veneziano che, viceversa, prediligeva fosse mantenuto un profilo più basso, senza simili esibizioni di ricchezza.

E proprio per mettere freno a tale deriva che la Repubblica Veneziana, gradualmente impose con molteplici disposizioni suntuarie dei “Provveditori alle Pompe”, di porre fine a tale sfarzo, condannando la Gondola ad una povertà quasi francescana ed all’odierna colorazione nera. Risultano, dunque, totalmente infondate le varie fantasiose ipotesi che attribuiscono tale colorazione ad un voto fatto per difendere la città da una qualsivoglia pestilenza, o in segno di lutto per la caduta della Serenissima Repubblica. In tal senso si ricorda, infatti, che il lutto nella città lagunare era contraddistinto dal colore rosso scuro o “pavonazzo” (blu-nero).

Ben diverso era invece il discorso per le Gondole di rappresentanza degli Ambasciatori stranieri, che nel Settecento furono sfarzosamente dorate ed intagliate poichè non rientravano nei limiti statali. Per comprendere quale importanza ricoprisse tale natante nella vita veneziana di allora, basti pensare che nel 1600 le Gondole circolanti a Venezia erano al’incirca 10.000, valore sceso (si fa per dire) nel 1760 a 1.472 unità censite. Ma è nel 1800 che la Gondola assume le attuali caratteristiche fisionomiche, soprattutto grazie all’opera degli squerarioli di origine cadorinazoldana (i Casal, i Fassi ed i Tramontin) che con sagacia, maestria e passione hanno, nel corso degli anni e delle generazioni, apportato alla sua struttura alcune essenziali modifiche (ad esempio accentuando a livelli ottimali l’asimmetria dello scafo) che la rendono oggi un esempio di scienza navale ed un capolavoro di estetica.