CHIOGGIA MUSEO GALLEGGIANTE

TARTANA

In Adriatico il nome di tartana è stato usato per indicare imbarcazioni lievemente diverse, più simili al bragozzo che non all'imbarcazione più nota nei quadranti occidentali che per questo è anche detta, accademicamente, "tartana occidentale", mentre secondo il Boerio , per quelle adriatiche è comune la locuzione "tartana pescareccia". Ciò si deve all'arrivo su questi mari, all'inizio del Seicento, di pescatori provenzali che introdussero il metodo di pesca poi detto in loro ossequio "alla trattana" o "alla tratta".

Ebbero qualche sviluppo anche scafi derivati, come la mezza tartana e il tartanone (di circa 100 tonnellate), dal quale a loro volta discendevano (in ordine decrescente di stazza) la tartanetta, la tartanella, il tartanoncino e la tartanina. La tartana, nelle sue varianti, divenne familiare all'ambiente marinaro adriatico e nelle baruffe chiozzotte di Goldoni (1762) un ruolo centrale è affidato proprio ad un padrone di tartana (Padron Toni), registrando anche per queste rive la diffusione sociale di questa figura.

Come negli altri mari, la tartana si avviò verso un progressivo declino alla fine dell'Ottocento, quando, ad esempio, delle 150 tartane censite a Chioggia nel 1784, ne restavano armate soltanto 2, le altre essendo state rimpiazzate principalmente dai più economici bragozzi.