CHIOGGIA MUSEO GALLEGGIANTE

BATELA

La batèla ha rappresentato la categoria di imbarcazioni più diffusa in città, fino alla metà del Novecento.

Le testimonianze fotografiche della seconda metà del XIX secolo ci mostrano due sostanziali tipologie costruttive di quest’imbarcazione: una versione semplicaficata con la poppa “a specchio” come i sandoli, detta batèla buranela, ed una con la poppa alta e munita di asta, detta in tempi monderni batèla a coa de gambaro che era il modello maggiormente diffuso a Venezia.

Questa barca presenta una struttura e una forma che consentiva svariati utilizzi nell’ambito delle imbarcazioni da carico e da lavoro, e per questo motivo era costruita con un’ampia variabilità di misure: ci sono testimonianze fotografiche di batelìni da sei metri e di grosse costruzioni grandi almeno il doppio, e anche a questa versatilità si deve la sua grande diffusione in città.

Le misure medio-piccole venivano costruite ad un solo trasto (escludendo quelli delle coperte di prua e poppa) e le costruzioni più grandi ne avevano invece due; nel primo caso la posizione del trasto era quella standard delle barche venete, cioè nel terzo posteriore, mentre quando ne erano presenti due essi erano disposti per lasciare libero un ampio spazio di carico centrale, e il secondo vogatore prendeva posto davanti al trasto prodiero (analogamente alle odierne barchéte da traghéto).

Ai giorni nostri, purtroppo, del primo e più diffuso modello – a coa de gambaro – non ne rimane traccia (se si escludono tre ricostruzioni, non completamente filologiche) mentre sono ancora naviganti cinque o sei unità del tipo ‘buranelo’, di cui quattro (di varie misure) sono parte della collezione Arzanà.